Lo sport dei boschi.
Concludiamo questo corso di topografia raccontandovi uno sport ancora poco conosciuto, che potremmo fare nelle nostre attività per affinare la tecnica topografica e per vivere una bella e sana competizione tra squadriglie.
Fra gli sport nella natura, la corsa di orientamento è fra i pochi che ha per oggetto l'ambiente, con le sue valli, i suoi fiumi, i suoi boschi e le sue radure.
Caratteristica di questa disciplina, oltre alla corsa, è infatti la capacità di orientarsi su un territorio, scegliendo il miglior itinerario per raggiungere il traguardo. Per far ciò si utilizzano gli elementi che la stessa natura ci offre come il crinale di una collina, un avvallamento, un sentiero, un torrente.
Durante la gara l'atleta deve passare per una serie di punti di controllo che determinano così il vero percorso. È una disciplina sportiva che richiede ragionamento e intelligenza e la velocità della corsa deve essere proporzionata alla capacità di orientarsi.
Tra un punto e l'altro nessun segnale o traccia indicano la strada da seguire cosicché ogni concorrente è libero di scegliere l'itinerario che preferisce e che ritiene migliore; unici strumenti a sua disposizione una bussola, una carta topografica della zona, estremamente precisa e dettagliata su cui è indicata l'ubicazione precisa e dettagliata dei punti di controllo da raggiungere.
L'individuazione sulla carta del migliore itinerario possibile tra due punti di controllo e la sua esatta percorrenza sono i problemi che l'orientista deve risolvere.
Vediamo come si svolge una gara. Innanzitutto una persona esperta conoscitrice del campo di gara prepara il percorso ponendo le «lanterne» (una scatola colorata) ai punti di controllo.
Al momento della partenza, ogni partecipante riceve la cartina con dei segni convenzionali che indicheranno la partenza, le «lanterne», l'arrivo, le zone vietate al passaggio.
Alla lanterna il concorrente deve punzonare il cartellino di gara a lui dato prima di partire.
Al traguardo si controlla attraverso i marchi delle diverse punzonatrici, se il concorrente ha frequentato tutti i punti del percorso.
Se manca anche un solo segno si viene squalificati.
Vince il concorrente che nel tempo minore ha punzonato tutti i punti nell'ordine richiesto.
Si pratica di preferenza d'estate nei boschi, ma è diffusa anche l'attività di orientamento invernale con gli sci da fondo si possono inoltre organizzare gare in città (la più famosa si svolge ogni anno a Venezia); vi sono anche corse di orientamento a staffetta ed in notturna.
Il maggior numero di praticanti si registra nei paesi scandinavi (nella sola Svezia su 8 milioni di abitanti vi sono circa 3 milioni di orientisti).
In Italia si pratica soprattutto nel Trentino-Alto Adige.
Fra i praticanti ci sono numerosissimi scouts e guide, che espertissimi con bussola e cartina si sono distinti in parecchie gare.
Si possono organizzare delle belle gare tra squadriglie (staffetta) o tra singoli e si può gareggiare anche in città.
Forza allora, chiedete al vostro caporeparto di organizzare subito una gara, potreste diventare voi i futuri campioni di Orienteering.
E allora proviamoci anche noi!
Con lo stesso entusiasmo di una caccia al tesoro, come di una passeggiata nella tranquillità della natura, oppure come di uno sport per atleti.
Nei paesi nordici l'orienteering è materia di studio a scuola, così gli alunni hanno anche l'occasione di dover applicare le discipline della geografia, del disegno, dell'ecologia, dell'educazione fisica.
Per praticare questo gioco è necessario conoscere l'uso della carta topografica (sapere i segni convenzionali, individuare la conformazione del terreno, ecc.) e della bussola per poi utilizzare le gambe ed il cervello insieme.
L'orienteering si potrà praticare camminando o correndo, oppure in bicicletta, in barca o in canoa, di giorno o di notte (con le torce elettriche o con la luna piena), sugli sci o in slitta.
È un gioco poco costoso che richiede una carta topografica, una bussola e un abbigliamento sportivo, ma soprattutto entusiasmo e spirito d'avventura.