Il giorno 17 ottobre 2010 è stato intitolato a "Vito Fogolin" fondatore dello scautismo sanvitese il parco pubblico di via De Gasperi. Oltre ai due gruppi scout ed al MASCI erano presenti il Sindaco Gino Gregoris e molti ex -scout e genitori. Riportiamo qui di seguito il discorso del nostro Capo Gruppo: Abbiamo chiesto al comune di intitolare un parco a Vito Fogolin, cioè a colui che, dalle ricerche che abbiamo fatto, risulta essere stato il fondatore dello scautismo a San Vito al Tagliamento, nel 1920. Parliamo di 90 anni fa, tempi molto diversi da quelli attuali. Quando sicuramente anche lo scautismo era diverso da quello che viviamo noi oggi. Se pensiamo che Baden Powell aveva organizzato il primo campo scout della storia nel 1907, comprendiamo come lo scautismo sia arrivato praticamente subito qui da noi. Appena 13 anni dopo Brownsea, quando lo scambio delle comunicazioni non era certo agevole come lo è invece oggi. Al tempo Vito Fogolin, che aveva poco più di 20 anni, era il presidente del Circolo giovanile cattolico di San Vito, ossia la sezione giovanile dell’Azione cattolica. Lo scautismo era poco conosciuto. Si sapeva che era un movimento giovanile che si proponeva come obiettivo l’educazione dei ragazzi. Compito che in Italia era assolto principalmente dall’Azione cattolica. Baden Powell era un inglese, era cristiano, ma non cattolico. Logico, per quei tempi, che la Chiesa guardasse con una certa diffidenza a questa nuova realtà. Però lo scautismo piaceva. E i giovani che ne erano attratti, aumentavano sempre di più. Così la Chiesa scelse di favorire la nascita di uno scautismo cattolico in Italia, affianco a quello laico, già esistente, proposto dal Cngei. L’apertura dei reparti scout cattolici doveva avvenire, diciamo, sotto la responsabilità dei circoli dell’Azione cattolica. Ci è facile quindi immaginare un gruppo di ragazzi sanvitesi, affascinati dallo scautismo, dalle notizie che dello scautismo avevano avuto, che vanno da Vito Fogolin, il presidente del circolo, e gli chiedono di aprire anche a San Vito un reparto di scout. E il giovane Vito Fogolin, probabilmente anch’egli affascinato dallo scautismo, accetta di fondare il primo riparto scout a San Vito al Tagliamento dando così inizio a questa storia che, seppur non proprio ininterrottamente, è arrivata fino ad oggi e dura ancor oggi, permettendoci, nel 2010, di festeggiare i 90 anni dello scautismo sanvitese e di dire, anche con orgoglio, di appartenere a una delle realtà scout più antiche d’Italia. Vito Fogolin è morto giovane, all’età di 23 anni in seguito ad un incidente. I giornali del tempo, nel fare la cronaca del funerale, descrivono i tanti scout presenti in uniforme e con i loro drappi, accorsi per dare l’ultimo saluto al loro fondatore. E tra l’altro i giornali raccontano come il corteo formato dagli scout fu oggetto delle attenzioni delle camice nere. Il che ci fa capire come fare scautismo allora non era una cosa poi così semplice. Se si era disposti a prendere le botte per essere scout, significa che quei ragazzi allo scautismo ci credevano davvero. Il parco viene intitolato a Vito Fogolin, ma ci piace pensare che esso sia un riconoscimento che la città vuole dare a tutti quegli scout, e sono veramente tanti, che nell’arco di questi 90 anni si sono prodigati per mantenere viva la proposta dello scautismo nel nostro paese, permettendo così a migliaia di ragazzi sanvitesi di farne parte. Tra noi qui oggi, e la cosa ci fa immensamente piacere, c’è un’altra persona che per lo scautismo sanvitese rappresenta un vero e proprio totem: il signor Mariano Medea. Colui che, negli anni seguenti alla seconda guerra mondiale, si assunse il compito di ricostituire un reparto di scout a San Vito. Se noi oggi possiamo indossare il fazzolettone e l’uniforme, se possiamo vivere i campi, le uscite e le attività, lo dobbiamo all’impegno e al coraggio avuto da gente come Vito Fogolin, Mariano Medea e da quanti sono venuti prima e dopo di loro. A loro andrà sempre riconoscente il nostro grazie. Loro ci hanno permesso di essere qui a festeggiare oggi i nostri primi 90 anni. A noi spetta il compito di continuare a credere in questa storia.
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