In molte occasioni può succedere di dover seguire una qualsiasi direzione sul terreno con l'aiuto della bussola. L'arrivo della nebbia o più semplicemente della notte in una zona con pochi riferimenti come una vasta pianura o una zona boscosa, può obbligare l'uso della bussola per continuare la nostra escursione. Bisognerà saper trovare sulla carta il punto raggiunto e quello verso il quale si vuole proseguire.
Questo sistema di mantenimento della direzione prende il nome di Marcia all'azimut.
Marcia all'azimut
Con questo nome si indica un percorso effettuato seguendo una direzione assegnata tramite un azimut.
Per usare la tecnica della marcia all'azimut bisogna essere muniti di una semplice bussola con la quale mirare dei punti presi come riferimento e valutare la gradazione Nord.
I punti di riferimento non devono quindi trovarsi a distanze notevoli ma devono essere relativamente vicini al fine di garantire la precisione dei rilevamenti fatti con la bussola (un maggior numero di riferimenti garantisce una notevole precisione).
Individuato l'azimut sulla carta, sappiamo già come individuarlo anche con la bussola.
In mare aperto basterebbe seguire una linea retta, ma nel nostro caso il nostro terreno di esplorazione è vario e dovrai attraversare valli, monti, fiumi e simili, occorrerà fare in un altro modo.
Puntiamo la nostra bussola ed individuiamo un punto intermedio ben evidente sulla nostra direzione. Scegli punti evidenti e che potrai vedere anche da altre angolazioni o quando ti sarai avvicinato, infatti non è importante seguire una linea retta, ma avere sempre a vista d'occhio il punto da raggiungere. Poi mettiti in cammino e raggiungi questo oggetto.
Se per caso non ci fosse completamente visibilità e nemmeno punti di riferimento, dovremo farci aiutare dal nostro compagno. Andrà più avanti di noi nella direzione stabilita e controllando con la bussola si farà deviare il primo compagno, in modo da tenere la direzione voluta più esatta possibile. Bisogna ricordare che non è facile andare dritti in mancanza di visibilità, perché si ha la tendenza a piegare a destra o a sinistra. Basterà indicargli da che parte spostarsi per ritornare nella direzione giusta. Quando avremo raggiunto il punto stabilito, o quando inizieremo a far fatica a vedere il nostro compagno, ci fermeremo e stabiliremo un nuovo punto sulla nostra rotta, come abbiamo appena fatto, fino a raggiungere la meta.
Facciamo un esempio:
Dato un punto di partenza denominato P marciamo per 315 gradi Nord fino a raggiungere un punto C posto ad una distanza x. Se il punto C non è visibile dal punto P per l'eccessiva distanza troviamo con la bussola dei punti intermedi tra P e C posti sempre a 315 gradi Nord fino a giungere al punto C che ci interessa. Da li procedendo allo stesso modo si può, mediante altre indicazioni raggiungere punti successivi. Con questo metodo è tollerabile un errore di 250 m rispetto all'obiettivo prefisso.
Abbiamo detto che in caso di visibilità che ci fa vedere il terreno al di là dell’ostacolo, dovremo individuare con la bussola un elemento riconoscibile nella nostra direzione di marcia e raggiungerlo dopo aver aggirato l’ostacolo, per poi riprendere la nostra direzione. Ma nel caso fossimo costretti a deviare dal nostro percorso (un altura, un recinto, un fabbricato) che costituisce anche una barriera ottica (cosa che ci impedisce sia di prendere un riferimento al di la di esso, sia di traguardare al punto di partenza dopo averlo superato), in questo caso dovremo aggirarlo.
Aggirare un ostacolo
Come facciamo ad aggirarlo senza perdere il nostro azimut? Ci sono due modi.
Sistema degli Angoli Retti
Il modo più semplice è quello di deviare a destra o a sinistra di 90°, continuare in questa direzione il pezzo necessario contando i passi per determinare la distanza percorsa, ritornare nella direzione precedente e senza tenere conto di altri riferimenti proseguire in questa direzione fino a superare l'ostacolo; deviare nuovamente nella direzione opposta di 90° e percorrendo la stessa quantità di passi della prima deviazione, raggiungerete così la nuova posizione sul prolungamento dell’itinerario primitivo e con una conversione di 90° riprendere quindi il percorso nella direzione voluta.
Nel nostro esempio stiamo percorrendo un azimut di 73° arrivati in prossimità dell'altura deviamo a destra di 90°, cioè ci dirigiamo a 163° e contiamo i doppi-passi percorsi, quando vediamo che sulla nostra sinistra il percorso è libero, giriamo a sinistra di 90°, cioè ci dirigiamo sull'azimut iniziale di 73° e percorriamo un tratto di percorso fino ad avere campo aperto sulla nostra sinistra (non serve contare i passi), quindi deviamo a sinistra di 90°, cioè con direzione 343° e facciamo lo stesso numero di doppi-passi compiuti nella prima deviazione. Fatti questi ci fermiamo, siamo ritornati sull'allineamento che avevamo dovuto abbandonare. Giriamo a destra di 90° e riprendiamo l'azimut iniziale di 73°.
Sistema dei 60° usato nelle bussole Recta
Con questo sistema praticamente uguale al precedente, non serve calcolare gli angoli, ma basta utilizzare le apposite tacche della bussola.
Se si desidera aggirare piccoli ostacoli (boscaglie, paludi, colline, laghi), procedere come segue:
a) Avviarsi tempestivamente sulla rotta di deviazione II. (regolare l’ago N sotto le due tacche di deviazione).
Contare i passi.
b) Appena la via è libera, proseguire nella direzione normale I. (uguale a quella normale).
c) Una volta superato l’ostacolo, avviarsi sulla rotta di deviazione III. (regolare l’ago N sotto le altre due tacche di deviazione). Tornare nella direzione per lo stesso numero di passi contati per la rotta di deviazione II..
d) Successivamente è possibile proseguire nella direzione di marcia originaria.
Questo metodo può essere usato su tutte le bussole che hanno riportate queste tacche, magari con angoli diversi in base al modello.